|
(ogni riferimento a personaggi della attualità è puramente casuale)
( da“Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto capitolo VIII versi 57 etc )
Lei è Angelica sdegnosetta- Lui un eremita vecchio e satiro.
Comincia l’eremita a confortarla con alquante ragioni belle e devote; e pon le audaci man, mentre che parla, or per lo seno, or per l’umide gote; poi più sicuro va per abbracciarla et ella sdegnosetta lo percuote con una man nel petto, e lo respinge, e d’onesto rossor tutta si tinge. Egli ch’ allato avea una tasca, aprilla, e trassene una ampolla di liquore; e negli occhi possenti, onde sfavilla la più cocente faccia ch’abbia Amore, spruzzò di quel leggermente una stilla, che di farla dormire avea valore. Giù resupina ne l’arena giace a tutte voglie del vecchio rapace. Egli l’abbraccia et a piacer la tocca, et ella dorme e non può fare ischermo, Or le bacia il bel petto, ora la bocca: non è chi il veggia in quel loco aspro et ermo. Ma nell’incontro il suo destrier trabocca, che al disìo non risponde il corpo infermo era mal atto, perché avea troppi anni e potrà peggio, quanto più l’affanni. Tutte le vie, tutti li modi tenta, ma quel pigro rozzon non però salta. |