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Ho conosciuto sin da bambino molte donne, a cominciare dalla Vispa Teresa che vestì i panni di Isabella; più grandicello mi è piaciuta quella misteriosa nascosta dalle parole del saggio di memoria presentato all'esame di ammissione che iniziano così: avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia..
Le ho conosciute e tenute a mente, tra i dieci e i dodici anni, tratte dai libri, immaginate sì ma non inutili a sondare la diversità tra loro e me.
Al liceo, tra "Chiare fresche dolci acque..." e "Tanto gentile e tanto onesta pare..." donne del paradiso descritte dai versi di sommi poeti, ma anche le ragazze incontrate a scuola o nei miei ambienti, vive intorno a me, con nomi comuni, Maria, Angiolina, Giannina, hanno acceso giovanili palpiti e sospiri appassionati. Per continuare la sequenza, come non ricordare Paola, Antonietta, Rita ; fermandomi più a lungo su Isolina di "Argo il cieco" spuntata verso i cinquanta anni, sosia di Jonathan ancora viva nel cestino della mia ram.
Finisco il percorso degli amori di donne di letteratura , citando M, incontrata nel romanzo “Manuale di pittura e di calligrafia" di Josè Saramago. Alla fine della vicenda narrata dal grande scrittore portoghese, si giunge ad una pagina molto bella dedicata a M di cui si viene a conoscere la sola lettera iniziale del nome: vive con lei, un pittore accademico, H., che prende coscienza mano a mano dei limiti della sua arte ligia ed ossequiente al potere, cambia stile e tecnica: si susseguono avvenimenti politici che sconvolgono il Paese e lui scopre il vero amore, che lo trasforma in felice e incantato menestrello....... |