|
Scrittori di oggi in Sardegna M.FOIS e NIF-FOIS
di Francesco Caracciolo
Confronto tra “Meglio morti” ( Ed. Einaudi euro 10,00 ) e “La vedova scalza”( Ed.Adelphi euro 15,00 ) romanzi di due autori sardi.
Nati in Sardegna, il primo a Nuoro emigrato sul continente ma legato alle cronache quotidiane della sua città; il secondo, ad Orani fecondo di libri tra i più venduti, autore di storie anche piccole dei concittadini del suo paese, vincitore del Campiello 2006.
Il sesso fà da sfondo e motore principale alle vicende narrate nei romanzi. Epoche storiche differenti: gli anni dal 1915 al 1985 e giù di qui in Niffoi , quelli dal 1975 ai giorni nostri in Fois.
La Sardegna che cambia. Anche i costumi sessuali sono mutati nelle comunità che vivono nel cuore della Isola. Fois ordisce la sua trama su di un maniaco sessuale pedofilo con arma spuntata che ha un vizietto.
Un uomo ben visto che raggiunge il potere del denaro , agevola speculazioni edilizie con la connivenza dei politici, uccide il fratello e ne assume la identità anagrafica allo scopo di perseguire la sua depravazione.
Le devianze sessuali e gli episodi di bullismo sono sorti nella attuale società consumistica, al posto della balentia e normalità ancestrali. In Niffoi il sesso che sottintende la vicenda del personaggio principale e di quelli minori, è frutto di pulsioni sane istintive e naturali, oppure legate alla procreazione e conseguente continuazione della specie. Accade tra due persone di sesso diverso, sia quello a pagamento sia quello a comando.
E’ giustificato dalla passione e orgoglio mascolino, si trasfigura in quello seducente che uccide a difesa del proprio onore: nascerà un figlio autoctono accanto a due bastardi frutti di due passioni di segno opposto non represse.
A Taculè nei primi anni cinquanta del secolo le deviazioni sono accennate, condannate in quanto diaboliche.
Un parallelo tra la dottoressa Danila Comastri, sostituto procuratore che coordina le indagini in “Meglio morti” e Anselmo Centini brigadiere che comanda la stazione dei carabinieri in “La vedova scalza”.
Il magistrato giunto in Sardegna forse al suo primo incarico diffida all’inizio dei collaboratori locali , dice di non capire il comportamento degli indagati e dei sardi in genere, ma, a mano a mano che procede nell’indagine, si ricrede, dichiara ad un certo punto “Adoro…… la Sardegna”.
In macchina col giudice nuorese alla guida, si danno del tu e in conclusione della intera vicenda tenendo una mano fuori dal finestrino, mentre nevica, ricorda allusiva la Venere goliardica.
Dei Sardi dice di ammirarli perché passano dalla disperazione all’onnipotenza.
Il brigadiere Anselmo Centini a Taculè è stato mandato forse per punizione. Una volta a qualche dipendente statale inviso al potere si diceva, fino a qualche decennio fa, ”ti sbatto in Sardegna”.
Fascista convinto conserva un busto del Duce in casa, desidera possedere la giovane Mintonia piacente ma innamorata di un balente.
Si accorge che la moglie Ruffina, gran bella figliola anche lei, è attratta dal fascino irresistibile del giovane balente Micheddu, sa che si è più volte incontrata con lui restandone incinta, cosa che a lui non è riuscita.
Si vendica facendo uccidere e squartare il rivale accusandolo di rapine ed omicidio con false e insufficienti prove, raggiunge il sospirato piacere con la vedova scalza che gli sarà fatale.
Da piemontese disprezza i sardi rimasti a pascolare le greggi, mentre gli italiani del Risorgimento facevano italiani i sardi. (novembre 2006) |